Nell’ambito del progetto strategico CARSO-KRAS, finanziato dal Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, la Provincia di Trieste ha commissionato uno studio al Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste per definire le condizioni di pericolo e di rischio connesse al fenomeno degli incendi boschivi e valutare le misure di prevenzione più idonee a fronte della vulnerabilità riscontrata. Rientra tra i compiti dell’Ente promuovere azioni volte alla prevenzione e al coordinamento d’interventi di area vasta – ha detto il Vice Presidente della Provincia di Triste, Igor Dolenc - e richiamare l’attenzione di amministrazioni, di cittadini e di associazioni professionali sulla situazione esistente per promuovere futuri sviluppi applicativi dello studio”.
Il problema degli incendi boschivi sul Carso è drammaticamente attuale. I roghi che anche quest’anno hanno interessato ampie porzioni di territorio, hanno reso ancor più impellente focalizzare l’attenzione sulle iniziative congiunte che possono essere adottate dagli Enti territorialmente competenti sulla questione. La Provincia nell’ambito delle attività di previsione e prevenzione dei rischi ha già affrontato il problema incendi boschivi nell’ambito di un apposito Programma provinciale di previsione e Prevenzione dei rischi. Dopo questa prima analisi, si è passati ad una fase ulteriore, nella quale a livello sperimentale sono stati affrontati i problemi del territorio del Comune di Monrupino ed in particolare, quelli legati alle zone tra bosco ed aree urbanizzate.
Nell’ambito del Progetto Carso/Kras è stata avviata la ricerca Incendi boschivi e complessità ecosistemica sul Carso. Realizzazione di una carta d’incendiosità delle aree boschive del territorio della Provincia di Trieste e messa a punto del modello di incendiosità su aree campione. I risultati emersi hanno evidenziato che le zone di bosco, profondamente modificate nel corso del tempo dall’azione antropica, sono ancora diffusamente interessate dalla presenza di conifere e di altre specie vegetali altamente infiammabili. Contemporaneamente, l’abbandono di antichi usi del suolo e la realizzazione di nuove infrastrutture, anche residenziali, aumentano il rischio di incendio e rendono necessario una più attenta gestione del territorio.
La fase di studio punta ora a definire i dati climatici forniti dalle varie reti di misura esistenti visto che le condizioni di alta temperatura influiscono sullo stato vegetativo delle piante ed aumentano le condizioni di pericolo. Per tarare il modello di pericolo d’incendio vengono effettuate tarature e confronti tra gli incendi effettivamente avvenuti dal 2006 ad oggi e confrontati i risultati con le ipotesi prodotte sulla base della vegetazione esistente. Un’ulteriore approfondimento è invece rivolto a graduare la vulnerabilità del territorio e quindi a considerare le priorità di intervento. La sintesi del lavoro consiste nella proposta di “buone pratiche” da condividere per la gestione del territorio per la riduzione ed il contenimento del rischio e l’opportuna info-formazione della popolazione e dei principali attori coinvolti.
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